lunedì 5 marzo 2018

Dracula. Primo regno e nuovo esilio (1448-1456). Un'infanzia transilvana

Dracula 


Vlad III


Sighisoara


Primo regno e nuovo esilio
(1448-1456)

Dracula aveva diciotto o diciannove anni quando s'impossessò del trono dei suoi avi, la stessa età di Murad II e di Maometto II quando slirono sul trono dei sultani ottomani. Vlad vantava un'esperienza più ricca, frutto di soggiorni trascorsi, a partire dalla nascita, in tre <<mondi>> doverso: Sighisoara e il mondo dei sassoni in Transilvania, la Valacchia dove aveva trascorso i suoi anni più belli, quelli del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, e infine il mondo ottomano dell'Anatolia e di Adrianopoli, dove aveva vissuto dal 1444.

Un'infanzia transilvana

Di questi tre universi, quello della Transilvania corrisponde alla prima giovinezza. Nato e cresciuto nella città di Sighisoara, Vlad familiarizzò con un paesaggio urbano rimasto intatto. Costruita su un'alta collina, Sighisoara sembra ripiegata su se stessa intorno alle mura che cingono la città alta. Quattordici torri quadrate o poligonali interrompevano la fortificazione. Una seconda cerchia, costruita alla fine del XIV secolo, proteggeva la città bassa. All'epoca di Vlad la popolazione della città raggiiungeva circ duemila abitanti, molto meno di Brasov (circa seimila) e di Sibiu (circa quattromila). Alla fine del XV secolo, Sighisoara contava 638 famiglie, ovvero tremila abitanti circa. Queste famiglie erano formate, da sassoni, (in latino hospites) - seicento famiglie; le altre erano inquilini (venti famiglie), contadini con poca o nessuna terra; nove famiglie povere (pauperes), quattro famiglie di pastori, tre di servitori e una di mugnai. Sighisoara era governata da un giudice locale (Königsrichter) che esercitava il suo ministero sulle sedici comunità libere che formavano lo Sthul (sede della giustizia). Il giudice era affiancato dal sindaco e dal consiglio municipale, composto da dodici senatori (uomini saggi e anziani), cittadini eletti, che regolavano i problemi amministrativi. Nel 1431-1432 il giudice regio era un tale Giacomo (Jacobus) Kraus, presumiblmente un grav forma locale della parola Graf (conte); nel 1456, quest'ultimo incarico spettava a uno scalpellino o a un carpentiere (Valentin Doleator).
Gli abitanti di Sighisoara erano per la maggior parte artigiani e mercantti, la città era situata lunngo una strada commerciale che collegava il paese di Szekely con Sibiu e con la valle del Mures, ricca di vigneti e di terre coltivate. I testi del XVI secolo danno un'idea delle corporazioni di artigiani di Sighisoara: calzolai, bottai, fabbri ferrai e fabbricanti di speroni, tornitori di oggetti in legno, fabbri, pellicciai, cimatori, coltellinai. La città aveva ricevuto il privilegio di poter tenere due fiere annnuali, prima della Quaresima e la domenica dopo la Pentecoste. I suoi mercanti facevano affari soprattutto in Transilvania ma, a partire dal 1433, poterono usufruire di alcuni privilegi commerciali in Moldavia. 
Questi artigiani e questi mercanti abbienti non esitavano a mandare i propri figli a studiare nelle università tedesche di Vienna e di Cracovia. Tra il 1377 e il 1530, non meno di novantacinque giovani di Sighisoara vengono menzionati negli aerchivi delle università (cinquantasette a Vienna e trentotto a Cracovia). Una volta terminati gli studi, i diplomati sarebbero rientrati nel loro paese per occupare il più delle volte incarichi giudiziari, o amministrativi. 
L'eguaglianza e la solidarietà che regnavano tra i cittadini, la prosperità generale e la passione dei Sassoni per la costruzione di edifici impressionavano i viaggiatori stranieri. Oltre ai lavori per le fortificazioni che a Sighisoara erano iniziati alla fine del XVI secolo, si alvorava, alla costruzione (1345-1515), della chiesa del lebborsario nella città bassa nonché di case private. 

Verso la metà del XVI secolo un alto dignitatio ungherese, Antonio Verancsis, descriveva la <<nazione sassone>>: 

Hanno mantenuto fino ai nostri giorni i costumi e la lingua degli antenati. Sono molto attivi, e si applicano molto all'ammiistrazione della città, al commercio e a tutte le arti manuali. Sono più dediti alla casa e desiderosi di aumentare i beni e gli oggetti di ogni altra nazione della privincia e, poiché non bramano gli averi altrui, si accontentano dei propri. E sono così tanto desiderosi di costruire, di coltivare la terra e di piantare vigne che nessun'altra parte della Transilvania è più bella e fertile di quella abitata dai Sassoni. E i re d'Ungheria, vedendo questo, hanno dato loro leggi e diritti urbani e hanno permesso che circondassero le piazzeforti con delle mura. Oltre al censo abituale, viene loro chieesto del denaro ogni qualvolta i re lo desiderino, e i Sassoni pagano volentieri e senza attaccamento al denaro. Combattono a piedi, sono molto forti dietro le mura delle loro città ma non resistono molto nelle battaglie che svolgono in terreno aperto. 

Verso il 1556-1567, l'italiano Giovan Andrea Gromo trovava che Sighisoara era una città <<allegra, sana e mercantile>>, fornita di una scuola situata sulla collina, vicino alla chiesa, con professori esperti in ogni specialità e scienza. Questa scuola, menzionata per la prima volta nel 1522, era mantenuta dalla comunità. 

I Sassoni delle 240 città e villaggi tedeschi della Transilvania si distinguevano dalle altre popolazioni per i loro vestiti:

L'abito degli uomini è identico a quello degli ungheresi, ai Sassoni però piace che i mantelli e le tuniche siano più ampi. Alcuni di essi non esitano a portare tutta l'estate, anche con il gran caldo, i loro vestiti foderati di pelliccia di volpe o di lupo. I sacerdoti indossano una veste color porpora, una cintura color rosso o blu e un mantello di colore scuro chiamato <<reverenda>>. I vestiti delle donne sono stretti, impacciano i movimenti e hanno le pieghe solo sulla schiena. Le donne lasciano scoperte la nuca e il collo, fino alle spalle. Si coprono il petto con grndi placche d'argento dorato e decorate di pietre preziose, ma sono così pesanti che non appena le donne o le ragazze si chinano, anche solo leggermente, scoprono il seno. Non si adornano la testa né con ghirlande né con nastri, ma tengono i capelli sciolti sulle spalle. In compenso portano un diadema di pura seta o d'argento che assomiglia alle placche summenzionate. Le donne sposate indossano un vestito nero, largo e senza pieghe. Le donne sposate indossano un vestito nero, largo e senza pieghe, Adoperano anche lunghi mantelli di pelo di coniglio non foderati. Usano un copricapo di cotone rosso o bianco. Le vedove e le donne anziane coprono la testa con un velo leggero di cotone. 

L'organizzazione dei Sassoni della Transilvania all'interno del regno d'Ungheria era anche un modello di democrazia medievale. L'insieme dei dignitari giudiziari e amministrativi di nome Stühle e dei due distretti sassoni (Brasov e Bistrita) portava il nome di Universitas Saxonum. I rappresentanti degli Stühle si riunivano una volta all'anno, il 25 novembre. I loro compiti erano i seguenti: pagamento di una somma fissa al tesoro reale una volta l'anno, il giorno di san Martino; pagamento della decima ecclesiastica; obbligo di fornire un numero fisso di soldati per l'esercito del re; obbligo di concedere il diritto di alloggio al re e al voivoda della Transilvania, più tardi esteso anche ai loro ambasciatori e a quelli dei paesi stranieri. 
I Sassoni tenevano molto ai loro privilegi; ai quali si aggiunse il diritto di fortficare le cittadelle, dopo l'incursione turca del 1395 e anche le chiese del villaggio, il cui effetto sarà l'apparizione di un'architettura originale (Kirchenburgen). 
In quest'ambiente, Vlad Dracula poté aprendere i valori della solidarietà, della forza della comunità e, di uno spirito egualitario e civico, mescolato ad un egoismo campanilistico e a un dispregio per gli altri, in special modo per i Romeni. 

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