giovedì 3 novembre 2016

Maria Antonietta cap. IV part.2

Antonietta era sbalorditivamente ignorante e poco meno che analfabeta. Odiava leggere e senza dubbio leggeva molto male, scriveva con penosa lentezza e senza dubbio conngrande fatica. Molto probabilmente non sarebbe stata capace di scrivere una semplice lettera senza in considerevole aiuto. Era stata allevata per stare senza far niente, la contessa Brandeiss aveva tollerato che rimanesse incolta; quanto alla contessa Lerchenfeld, che aveva preso il posto della contessa Brandeiss come governante, i suoi sforzi per dare ad Antonietta in minimo d'istruzione non avevano avuto un successo molto maggiore. Mercy trovo' un istitutore francese l' abbé' Mathurin Vermond, un uomo non appariscente ma suadente, che affronto' l'impresa di porre rimedio alle deficienze della giovanissima arciduchessa. Era un compito assai gravoso. La mente della futura delfina era una tabula rasa si cui si sarebbe potuto scrivere di tutto. Vermomd si dedico' per prima cosa a istruire la sua allieva sulla storia e sui costumi francesi, facedole imparare i nomi e me vicende delle maggiori famiglie i cui rappresentanti essa avrebbe consciuto a Versailles, e passando poi a illustrarle la letteratura francese dell'epoca nel modo meno penoso possible. Tutte le nozioni venivano trasmesse oralmente nel corso di colloqui, pur se Vermond assisteva la giovanissima arciduchessa anche quando quests si arrabattava negli esercizi di scrittura.

Restava solo da migliorare il sul frances, e Vermond trovo' questo compito assai difficile nel caps linguistico di Vienna. Tutti erano multilingui, ma nessuno parlava qualsiasi idioma in modo corretto, senza risentire dell'influenza degli altri. Alla corte di Maria Teresa prevaleva in cattivo francese; a parlar bene questa lingua erano in pochi. L'abate aveva fatto del sul meglio per eliminate i germanismi dal francese di Antonietta, ma questa parlava ancora molto scorrettamente. Vermond poteva soltanto sperare che i difetti di eloquio me fossero perdonati in omaggio alla sua vitalita' e alla sua grazia.

Nel corso del quattordicesimo anno di eta' essa era cresciuta notevolmente. Stava diventando anche piu' formosa; gli attillati corpetti dei suoi abito parigini mettevano in nostra il solco, sempre piu' marcato, fra i seni. L'anziano cardinale francese di Ronan, mandato a Vienna perche' desse in giudizio di prima mano sullo sviluppo fisico Dell narco duchessa, rimase sbalordito. <<La forma del suo volto e' di in ovals perfetto>>, scrisse, <<le sopracciglia sono folte come possono essere in una persona bionda, e in tantino piu' scuro dei capelli, le ciglia di incantevole lunghezza... Ha una bocca piccola, scarlatta come una giliegia, le labbra soon piene, specialmente quello inferiore, che e' com' e' noto, il tratto distintivo della Casa di Borgogna (cioe' gli Asburgo)>>. Come tutti gli altri osservatori, il cardinals rimase impressionato dalla carnagione di Antonietta, come di porcellana incontaminata, e dal suo colorio naturale. Accantonando, per una volta, le sue rigorose disposizioni sull'uso del trucco da parte delle figlie, l'imperatrice aveva autorizzato Antonietta a darsi in po' di Rossetti sulle guance; ma il trucco non faceva che sovrapporsi al naturals rossore, che era di gran lunga piu' attraente. <<La sua innata dignita' e' temperata dalla dolcezza>>, concludeva l'alto prelato, <<anch'essa naturale, e dalla semplicita' della sua educazione>>.

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