lunedì 14 agosto 2017

Dracula. Da l'esilio come stile di vita. Vlad Dracul, protettore dei Transilvani. Finalmente sul trono valacco

Vlad Dracul, protettore dei Transilvani



Durante il periodo trscorso a Sighisoara, Vlad Dracul poté usufruire, come fonte di reddito, delll'officina che coniava la maneta reale ungherese. La sua vita conobbe quindi una certa stabilità? Pare propri di no. L'incarico della difesa del confine meridionale della Transilvania, l'obbligava a mantenere un sistema complesso di spie di agenti che sorvegliassero le sue commerciali con la Valacchia e lo tenessero informato su movimenti di Turchi lungo il Danubio. La sorveglianza nei confronti del pericoloso vicino era stata rafforzata a partire dal , data della prima incursione ottomana nella Transilvania meridionale. Qualche anno dopo, nel 1420, i Turchi avevano scelto un itinerario che passava per il sudest della provincia e in tal modo avevano raggiunto  Broos (Orastie) che fu totalmente distrutta, poi Sibiu, che fu assediata ma senza successo. I ricchi villaggi dei dintorni vennero ridotti in cenere e i loro abitanti in schiavitù. Nel 1421 un'incursione particolarmente violenta, attraverso la gola di Bran, aveva devastato i dintorni di Barsa (Burzenland). La città stessa di Brasov era stata presa d'assalto e gli abitanti si erano dovuti rifugiare nella roccaforte, le cui mura non avevano ceduto.

Le vie d'accesso dalla Valacchia alla Transilvania del sudest erano tre: il passo di Bran e quelle che costeggiano i fiumi Prahova e Teleajen. Tutte sboccavano a Brasov, il che spiega la numerosa corrispondeza tra Vlad Dracul e il consigliere municipale di questa città. In una delle sue lettere, non datata, il principe ricordava che i boorghesi di brasov erano esentati dalla difesa <<della montagna e degli altopiani>> (in romeno plai). 

Quest'incarico di protezione della città assumeva tutta la sua importanza tra il giorno di san Giorgio (23 aprile) e quello di san Demetrio (26 ottobre), date che coincidevano, più o meno, con l'inizio e la fine delle campagne militari ottomane. Durante questo periodo lo stato di allarme era al suo massimo. Vlad Dracul doveva trovarsi costantemente sul terreno, in mezzo ai suoi uomini. Il pericolo diminuiva a partire dal mese di novembre, quando la caduta della neve, bloccava le vie di comunicazione e intralciava i movimenti della cavalleria, che incontrava difficoltà anche nell'approvvigionarsi. Esisteva però sempre il rischio di qualche sorpresa: nel 1421 i Turchi erano, arrivati alla fine del mese di marzo, approfittando del fatto che le nevi si erano sciolte prematuramente. Ciò è tanto più sconcertante iin quanto le vie di accesso alla Transilvania erano poco più larghe di sentieri di montagna, attraversano torrenti e s'inerpicano lungo pareti rocciose. Un'altra via d'accesso che fiancheggiava il fiume Prahova, consentiva il passaggio di un solo cavallo per volta e venne allargata solo nel 1789. Infine quella di Teleajen, più a est saliva fino al 1460 metri d'altezza; un testimone del XVII secolo racconta che un esercito turco l'aveva scalata mettendosi carponi per poter arrivare in Transilvania.
Il secondo incarico di Vlad Dracul era il conio di Sighisoara. Inizialmente il principe si saebbe voluto stabilire a Brasov, dove tra il 1427 e il 1430 aveva già cominciato a funzionare un'officina per la coniazione della moneta, ma il consiglio municipale si era opposto per timore di dispiacere al voivoda della Valacchia. Tra l'altro, anche gli abitanti sassoni di Sighisoara avrebbero voluto proibire al pretendente al trono della Valacchia di abitare ebtro le loro mura, persino a costo di perdere i guadagni che poteva apportare l'esistenza di una Zecca. 

Nel giugno del 1431 i Turchi erano entrati in Valacchia sconfiggendo il principe Dan II, morto in battaglia. Un nuovo principe Alessandro Aldea, fu insediato al suo posto e già il 14 giugno emise un primo editto. Avedndo concluso dei trattati di alleanza, con Signismondo di Lussemburgo e con il principe della Moldavia, Alessandro Aldea si rifiutò di pagare il tributo agli Ottomani. La reazione fu immediata: nuova incursione e occupazione delle piazze di Giurgiu e di Turnu, alla confluenza dei fiumi Olt e Danubio. Il principe fu obbligato a recarsi ad Adrianopoli capitale ottomana, concluedere un trattato di allenaza con Murad II e impegnarsi a paare il tributo. Dovette anche lasciare in ostaggio molti figli dei principali boiardi del paese come pegno di fedeltà della classe politica valacca. In cambio, il nuovo principe potè rientrare con 3000 sudditi fatti prigionieri durante la campagna. 

I transilvani i primi nel mirino dei Turchi accusarono il principe valacco di tradimento dei loro confronti. In una lettera indirizzata ai cittadini di Barsov, Alessandro Aldea: cercò di discolparsi in questi termini:
Avete dichiarato in malomodo che noi avremmo abbandonato il re (d'Ungheria) e ci saremmo sottomessi ai Turchi. In realtà noi serviamo il re e la Santa Corona e preghiamo Dio affinché il re, si rechi qui (in campagna) e gli andramo incontro; e colui che mente, che i cani indichino la sua sposa e sua madre!
Mi sono recato contro il mio volere verso i Turchi per regolare i miei problemi e ho riportato la pace nel paese, per quello che ne resta, e a voi tutti, e ho liberato tremila schiavi, e voi dite che ho intenzione di saccheggiare, insieme ai turchi, il paese del re! Dio non permetterà che saccheggi il vostro paese, e io servirò finché sarò in vita il re e tutti i cristiani, così come ho promesso. 

I Transilvani, si preoccupavano della propria sicuezza mentre Alessandro Aldea temeva l'occupazione militare del suo paese e la sua trasformazione in territorio ottomano. Con quel compromesso sperava in un'eventuale spedizione di Sigismondo contro i Turchi alla quale prometteva di prendere parte. L'imperatore-re, però, sconfitto dai Turchi nel 1428, non poteva organizzare una nuova spedizione perché troppo preso dall'apertura del Concilio di Basilea  e dalla lotta contro la Polonia e gli hussiti di Boemia. Nel 1432 ebbe fine la tregua di tre anni conclusa tra Sigismondo e Murad II. L'imperatore, intento alle lotte, nel centro dell'Europa, trscurò di rinnovarla i il sultano ordinò una spedizione in Transilvania attraverso la Valacchia. Alessandro Aldea si affrettò ad avvisare del pericolo i cittadini di Brasov e chiese d'urgenza un aiuto militare. 

I Turchi, divisero le loro truppe in tre gruppi he si sparpagliarono per saccheggiare i ricchi villaggi e i borghi sassoni. Così facendo si fecero però sopreprendere dalle truppe transilvane, forse aiutate dai Valacchi. Un corpo di spedizione turco che avrebbe dovuto attaccare la Moldavia fu sgominato il 22 giugno 1432 e il resto delle truppe fu attaccato dai cavalieri Teutonici ai quali Sigismondo aveva affidato la difesa del Danubio tra l'Ungheria a Serbia e l'oest della Valacchia. 

Finalmente sul trono valacco



Fu la morte per malattia dei Alessandro Aldea a rendere vacante al trono valacco. Ecco finalmente giunto il momento di Vlad Dracul. Informato dalle sue spie, il pretenndente sollecitò l'aiuto di Sigismondo, il quale invitò i Transilvani a sostenerlo nella sua impresa. Vlad prese contatto con i principali boiardi del paese e passò i Carpazi in settembre. Sconfitto in un primo tempo da un intervento dei bey (governatori) turchi del Danubio, finì poi per imporsi rapidamente poiché, già il 24 gennaio 1437, Vlad Dracul emetteva degli editti in quanto <<autocrate>>, <<gran, voivoda e signore, governante e regnante su tutto il paese di Ungherovalacchia (Valacchia, vicina dell'Ungheria) e duca dei territori oltremonttani, il Fagaras e l'Amlas>>.

Vlad Dracul inaugurava il suo regno. Un osservatore acuto potrebbe ricordare in qquest'occasione le parole dell'imperatore Manuele II Paleologo (1391-1425):
Appena uscito dall'infanzia e non allora giunto all'età adulta, fu gettato in una vita piena di male e di dolore; essa lasciava prevedere che il nostro avvenire ci avrebbe fatto considerare il passto come un'epoca di tranquilla serenità. 

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