martedì 15 agosto 2017

Dracula. Un principe e i suoi figli. Il trattato di pace di Murad II. Il secondo matrimonio di Vlad Dracul. La campagna di Murad II in Transilvania

Un principe e i suoi figli (1436-1448)


Murad II

Il trattato di pace di Murad II

Vlad Dracul si ritrovò fin da subito ad affrontare un'incursione ottomana accompagnata da vari saccheggi, distruzioni e dalla cultura <<di un'innumerevole moltitudine di persone>> che furono vendute  come schiavi sui mercati di Adrianopoli. Il 17 novembre 1436 a Costantinopoli, ancora bizantina, si veniva a sapere che Vlad Dracul pagava un tributo ai Turchi con i quali aveva dovuto concludere un trattato di pace. Con questo trattato, il voivoda s'impegnava a provare ogni anno di persona il kharaatch al sultano e, presumibilmente, a guidare e ad accompagnare gli eserciti ottomani nelle loro spedizioni in Transilvania. Questo il prezzo da pagare per mantenere la pace con il potente vicino, la cui forza militare e soprattutto la rapidità di movimento erano senza confronto. Vlad Dracul, da buon realpolitiker, conosceva perfettamene i richi cui andava incontro perché Sigismondo di Lussemburgo, prima del suo incoronamento imperiale a Roma nel 1433, aveva giurato al papa Eugenio IV che non avrebbe mai conosciuto alleanze né trattati di pace con i turchi o con gli <<scismatici>> (ortodossi).

Vlad Dracul si affrettò a dare una dimostrazione di buona volontà ai cittadini di Brasov rinnovando a due riprese - gennaaio e agosto 1437 - i loro privilegi cmmerciali con la Valacchia. Manifestò anche l'intenzione di spostare la Zecca, della quale restava comunque padrone di Sighisoara a Brasov affinché gli abitanti di questa città beneficiassero dellle conseguenze, ma le proteste indignate degli abitanti di Sighisoara lo dissuasero.

Tra l'aprile del 1437 e il febbraio del 1438, una terribile rivoltaa contdina scosse la Transilvania del nord occidentale. I servi  della gleba romeni e ungheresi affrontarono le truppe nobiliari e lo sgominavano grazie alla tattica di guerra degli Hussiti adottata dai rivoltosi. La causa immediata dello scontento era di ordine finanziario e monetario: il vescovo Giorgio Lepes, petendeva di incassare gli arretrati della decima ecclesiastica della nuova moneta anziché nella vecchia che aveva un corso nettamente inferiore (10 per cento del valore della nuova). La vecchia moneta era stata ritirata dalla circolazione e dichiarata priva di valore dalle autorità che minacciavano i ribelli di scomunica. La guerrà durò tutto l'anno ed ebbe come conseguenza la creazione di una lega nobiliare chiamata unione delle tre nazioni (Unio trium nationum: i nobili ungheresi, sassoni e szekely), la quale proibì ai servi della gleba di possedere armi e di partecipare alla guerra.

Vlad Dracul decise comunque di rispettare gli impegni presi con Murad II, il quale nella primavera del 1437, era in guerra contro l'emiro turco della Karamania, in Asia minore. Un suo contemporaneo, lo storico bizantino Ducas, afferma nella sua cronaca che Dragulios, voivoda della Valacchia.
E' arrivato passando gli stretti e ha incontrato il sultano Murad a Brasov. E prosternandosi, ha fatto atto di sottomissione e gli ha promesso che, quando Murad sarebbe passato in Ungheria, gli avrebbe concesso il passaggio (attraverso il suo paese) e avrebbe marciato davanti a lui fino alle frontiere della Germania e della Russia.

La Valacchia da sola non poteva opporsi agli Ottomani che con le loro incursioni rischiavano di destabilizzare tutta la vita economica e sociale del paese. La Siberia, anch'essa vassalla dell'Ungheria, si era parimenti messa sotto la protezione dei Turchi e del despota Giorgio Brankovic (1427-1456), che aveva perso metà del suo paese, aveva dato la figlia Mara in sposa a Murad II per salvarne il rimanente (1433). La rivolta contadini che aveva infiammato la Transilvania sommata all'incapacità del vecchio imperatore - sarebbe morto il 9 settembre 1437 - di difendere i confini meridionali dell'Ungheria e della Transilvania in maniera efficace erano tutti argomenti che deponevano a favore del rispetto dell'accordo con gli Ottomani. L'assenza del trattato di pace con il sultano avrebbe anche significato la chiusura della frontiera del Danubioe l'impossibilità per i mercanti valacchi e transilvani di godere dell'enorme potenziale del mercato interno ottomano. La pace con i Turchi, inoltre, era nell'interesse dei Sassoni della Transilvania, i quali potevano ormai solo in questo modo ssmerciare le loro stoffe di Fiandra, di Colonia e di Boemia e comprare il pepe, lo zafferano, il cotone e altri prodotti azeindali quali i tessuti di seta e di pelo di cammello.

Asserragliate nelle loro piazzeforti sul Danubio nello specifico a Vidin, Turnu e Giurgiu, le truppe irregolari turche potevano effettuare incursioni fulminee e colpire ovunque. Queste incursioni non erano frutto del caso, ma derivavano da un sistema ben organizzato, finalizzato a impressionare le popolazioni cristiane e ad approvigionare di schiavi i meracti balcanici e asiatici.

Vlad Dracul era esasperato dalla passività dei Sassoni, i queli dispensati dal fornire uomini alle truppe ungheresi, si rinhidevano dietro le loro mura e contemplarono i saccheggi degli eserciti turchi. D'altro canto Sigismondo di Lussemburgo aveva permesso in Transilvania s'insediasse  uno (se non due) dei luoghi di Dan II: la protezione che l'imperatore gli accordava accentuava la pressione sul voivoda  valacco, il cui trono si trovava perciò minacciato. Infine, la mancanza di fantasia dell'imperatore, che non poteva (o non voleva) adottare la difesa dell'Ungheria alle condizioni che esigeva la lotta contro i Turchi, era un argomento in più a favore di una soluzione di compromesso con questi ultimi in attesa di tempi migliori.

Il secondo matrimonio di Vlad Dracul

Vlad Dracul era vedovo o si era separato  dalla moglie, la madre  dei suoi primi due figli, Mircea e Vlad. Come nuova sposa scelse una principessa moldava, forse chiamata Marina, sorella dei voivoda Ilias e Stefano, che dal 1432 si dividevano la vicina Moldavia. Si trattava presumibilmente della vedova di Alessandro Aldea, un tipo di unione che ebbe luogo più volte nella storia della Valacchia. Questa principessa, che dopo la morte di Vlad pese il velo sotto il nome di Eufrasia gli diede due figli, un maschio, Radu, nato nel 1438-1439, e una femmina, Alessandra. Con questa unione matrimoniale Vlad dracul s'imparentava anche con il re di Polonia, Ladislao Jagellone, la cui moglie, Sofia, era sorella della moglie di Ilias di Moldavia. Quest'alleanza consolidava il prestigio di Vlad Dracul nel suo paese e all'estero. Infatti, alla morte di Sigismondo di Lussemburgo, le corone della Germania e d'Ungheria tornarono nelle mani di Alberto d'Asburgo, mentre una parte della nobiltà ceca offrì la corona della Boemia al fratello del re di Polonia.

La campagna di Murad II in Transilvania (1438)

l nuovo imperatore Alberto d'Asburgo (1438-1439), genero di Sigismondo, non prendeva sul serio la minaccia turca. Le sue priorità sono altre: le truppe polacche erano appena entrate in Boemia. Ecco perché, il 14 febbraio 1438 Alberto annunciava agli abitanti di Brasov di averli affidati <<nelle mani del nostro fedele Vlad, voivoda del nostro paese transalpino>>. Null'altro. Non una parola su una tregua, sue ventuali trattative  di pace, con il sultano il quale, ben informato sulla situazione interna dell'Impero, ritenne che fosse questo il momento di accapparrarsi quanto rimaneva del tentativo del despota di Serbia (cosa che fece nel 1438-1439) e di compiere un'azione risolutiva in Ungheria. Murad II sapeva che le truppe imperiali erano impegnate in Boemia. Designò come obietivo della campagna Buda, la capitale ungherese, ma lo scioglimento delle nevi e la caduta di forti pioggie gonfiarono i fiumi fino a inondare le pianure meridionali dell'Ungheria. Il sultano, alla testa di un numero compreso tra 70.000 e gli 80.000 uomini, decise allora di rivolgersi a est e attaccò la Transilvania. La campagna, durò quasi due mesi; fu la più distruttiva fra tutte le incursioni  ottomane condotte fino ad allora. I Turchi risalirono la valle del Mures, saccheggiarono  e incendiarono le città e i villaggi sassoni, romeni e ungheresi - dieci anni dopo, i quelle regioni, erano ancora visibili la località abbandonate e le chiese in rovina. Alba Julia, futura capitale  della Transilvania, fu presa d'assalto e saccheggiata; in compenso Sibiu, resistette a un assedio durato otto giorni, così come Brasov, i cui sobborghi vennero descritti.

Vlad Dracul fu inviato dal sultano a guidare le truppe. Con la morte nell'anima (timore mortis), come lui stesso confessò, il voivoda valacco fece da guida all'esercito ottomamo in una regione che conosceva perfettamente e della quale aveva teoricamente la custodia. I suoi veri sentimenti vennero però messi a nudo dal modo in cui trattò gli abitanti di Sales durante l'assedio della città.

Vlad Dracul conosceva dunque molto bene l'usanza ottomana di condurre le popolazioni straniere e cristiane all'interno dell'Impero. Una resa pacifica risparmiava gli abitanti di Sales non solo la distruzione della loro città e il saccheggio dei loro beni (a scapito dei soldati turchi) ma anche e soprattutto la vita. Giorgio d'Ungheria  lo capì, a sue spese durante il suo soggiorno ventennale in Turchia:
I Turchi considerano la morte di un solo uomo  unaa grande perdita. Ed è per questo motivo che il Gran Turco, pur avendo un potere immenso e pur potendo prendere con la forza delle armi molte terre e isole, fa tuttvia attenzione a non uccidere gli uomini, preferisce prenderli vivi e far loro veresare un tributo (djiza) piuttosto che sottometterli con la forza facendo scorrere il sangue. Da questo deriva il fatto che essi non vogliono in alcun caso uccidere gli uomini, a meno di esservi costretti da un'estrema necessità, cioè quando si difendono o quando fuggono; ma, in genere, essi preferiscono prendere uomini vivi.

Alberto d'Asburgo ordinava ai dignitari tranilvani di andare in aiuto ai nobili di Sebes che sarebbero, rientrati in patria dopo il periodo  di prigionia (dorata!) in Valacchia. Solo quattro di essi rimasero in Valacchia: un prete e tre cittadini accusati di tradimento per aver oerganizzato la resa della città. Allo stesso modo furono un prete e alcuni notabili a organizzare la resa di Kelling, altra piazzaforte sassone, che venne così risparmiata.

Giorgio d'Ungheria, unico sopravvissuto della torre <<infernale>> (i Turchi vi avevano appiccato il fuoco per costringere i difensori ad arrendersi) venne venduto con altri compagni di sventura e dei mercanti di schiavi. Incatenati gli uni con gli altri vennero condotti a piedi fino ad Adrianopoli, dove furono nuovamente messi in vendita sul mercato della città.
Dopo la ritirata del sultano e del suo esercito che si portavano appresso un bottino immenso, alla fine dello stesso anno 1438, un'altra spedizione ottomana saccheggiò il paese degli szekely senza incontrare gran resistenza.
Fu solo nel 1439 che il nuovo imperatore radunò un esercito per combattere Murad II in Serbia, ma senza successo. Il 27 ottobre Alberto d'Asburgo moriva di dissenteria  in mezzo alle sue truppe, che non avevano potuto impedire  la presa di Semendria (Semederev), ultima città del potentato di Serbia, che sarebbe scomparsa come Stato indipendente per oltre quattrocento anni.

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