sabato 12 agosto 2017

Dracula. L'esilio come stile di vita.

La Transilvania, una terra <<rifugio>>



La Transilvania ha svolto un ruolo decisivo nella vita del padre di Dracula. Dal 1918 questa regione forma la parte occidentale della Romania e la sua superficie ha un'estensione di 102.000 chilometri quadrati. Centro dell'antico regno dei Daci nel 106 d.C. venne occupata da Roma e battezzata Dacia. La popolazione autoctona - formata da daci, celti e germani - adottò rapidamente il latino e diede vita ai daco-romani che riuscirono ad assimilare i popoli migratori, in particolare gli Slavi, in modo da formare il popolo e la lingua romena. 
L'insediamento degli Ungari in Romania, a occidente del paese, a partire dall'anno 896, inaugurò una fase d'infiltrazioni, pacifiche o guerriere, lungo i fiumi che dall'altopiano centrale della Transilvania si riversano nella Tisa. Lungo questi fiumi le imbarcazioni trasportano verso ovest e verso sud il sale, una delle grandi ricchezze della Transilvania insieme all'oro e all'argento, al legno e al carbone. Per gli ungari, allevatori di bestiame nella puszta, la pianura erbosa che caratterizza il loro paese, la regione appariva come la terra transilvana, il <<paese oltre le foreste>> da cui il nome Transilvania. 

Dopo tre secoli di pressione gli Ungari riuscirono a impadronirsi della maggior parte della provincia, ma la scarsità di abitanti costrinse i re della dinastia degli Arpad (896-1301), a ricorrere a popolazioni straniere per garantire lo sfruttamento delle ricchezze del sottosuolo e il controllo delle frontiere. Fu così che lungo il confine orientale (Carpazi orientali) vennero insediati gli Szekley, un gruppo di tribù ugro-finniche come gli Ungari. Questi ultimi si erano rapidamente <<magiarizzati>> dopo essersi convertiti al cattolicesimo. Per lo sfruttamento delle miniere d'oro e d'argento, ma anche per la difesa del confine meridionale (Carpazi meridionali), i re ungheresi ricorsero a coloni dalle regioni del Reno, della Mosella e del Lussemburgo, che si insediarono con i loro locatores e fondarno le prime città del paese. Poiché essi beneficiavano del diritto sassone di Magdeburgo, preso a modello per tutto l'insieme della colonizzazione tedesca dell'Europa orientale, questi <<ospiti fiamminghi>> (hospites flandrenses) presero il nome di Sassoni.

La provincia aveva a capo un duca, o voivoda, e comportava entità amministrative del vario genere: comitat ungari, sul territorio detto <<reale>> a ovest e al centro; nove Sthule sassoni a sud e a nord, più due distretti, Brasov e Bistrita; otto Szek szekely a est. Gli Sthule e gli Szek, letteralmente <<sedia>>, designavano i centri giudiziari e amministrative e di ogni nazione. 
Accanto a queste unità amministrative la Transilvania conservò fino al XIII secolo i voivodati e i Kenezati (principati) romeni, i più importanti dei quali erano quelli del Fagaras e dell'Hateg a sud, e del Maramures a nord. Ma i re della nuova dinastia degli Angiò di Napoli (1308-1387), consigliati dai loro giuristi, soppressero i privilegi della nobiltà tradizionale romena, la quale non godeva di diplomi regali. I nobili romeni furono relegati al rango di privati cittadini, o liberi proprietari di allodi, e i loro antichi principati vennere dissolti nei comitati ungari o negli Stuhle sassoni. Alcuni Knez e voivoda romeni si convertirono al cattolicesimo per poter conservare i loro privilegi, gli altri decaddero dal proprio rango o scelsero di emigrare in Valacchia e in Moldavia, al di là dei Carpazi. 

I borghi più importanti della Transilvania meridonale erano Kronstadt (in romeno Brasov), Hermannstadt (Sibiu), Broos (Oràstie), Muhlbach (Sebes) e Schassburg (Sighisoara). Tutte queste città e in special modo Kronstadt ed Hermannstadt, vicine al confine con la Valacchia, godevano un'eccellente posizione strategica sulle vie commerciali dell'Oriente e del Sud. Essi conobbero uno sviluppo considerevole nel XIV secolo, quando ricevettero il privilegio dei posti di transito (Stapelrecht): i mercanti che prendevano le strade del sud della provincia erano obbligati a formarsi almeno un mese in una delle due città dove i borghesi sassoni avevano la prorità sulle loro mercanzie. Inoltre, i mercanti di Kronstadt avevano ricevuto fin dal 1358 i privilegi di libera circolazione per essi e le loro mercanzie sulle strade che conducevano al basso Danubio e al Mar Nero attraverso il territorio della Valacchia. Si trattava, senza dubbio, di una conseguenza del rapporto di vassallaggionei confronti della corona ungherese da parte dei principi valacchi. La corona manifestava la sua signoria anche attraverso la coniazione: i primi princpi valacchi che coniarono moneta lo fecero allineando le loro monete su quelle ungheresi. Questa situazione, che durò dal 1365 al 1452 ebbe conseguenze importanti sull'economia valacca, sottoposta alle fluttuazioni e alla svalutazione della moneta ungherese. A ogni svalutazione monetaria che avveniva in Ungheria - riduzione del tasso di metallo prezioso (argento), mentre nel corso della moneta restava invariato - i valacchi predevano nel cambio delle loro vecchie monete con le nuove. Ora, nei Balcanie nell'Impero ottomano le monete svalutate non venivano accettate al loro valore nominale ma valutate a seconda del peso del metallo prezioso chhe contenevano. Quando i principi della Valacchia cercavano d'imporre un corso che fosse vantaggioso alla moneta rispetto alle svalutate monete ungheresi le attività della Transilvania, dove funzionavano varie officine per il conio delle monete, protestavano verso il re, il quale minacciava i Romeni di rappresaglie come il ritiro dei due feudi transilvani - Fagaras e Amlas, situati tra Brasov e Sibiu - o come la scelta di un altro principe tra i numerosi pretendenti al trono, i quali, al riparo delle mura delle città sassoni, aspettavano solo un'occasione favorevole per uscire allo scoperto. 

Le città sassoni della Transilvania conoscevanonuna prosperità insolente, che rafforzava la speculazione sulle monete. A tutto ciò si aggiungeva il problema dei rifugiati politici - pretendenti al trono valacco, boiardi e semplici cittadini, che trovavano asilo in Transilvania. Tutti gli sforzi dei principi di Targoviste (capitale valacca nel XV e XVI secolo) per ottenere l'espulsione o l'estradizione di questi importuni fallivano davanti alla liberalità è al senso dell'ospitalità dei Sassoni. A meno che, tali richieste  non fossero accompagnate da minacce o da congrue gratificazioni. 
Fu così che Vlad Dracul visse per molti anni in tutta sicurezza a Sighisoara, da dove complottò contro il rivale più fortunato Alessandro Aldeda, il quale nel 1431, gli aveva sottratto il trono e godeva dell'appoggio dell'Ungheria e della Moldavia. E' anche vero che Sighisoara si trovava a circa 200 chilometri dalla frontiera valacca, una distanza considerevole e che non poteva essere percorsa in meno di una settimana. 

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